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CRISTALVETRO
Dal 1978 al vostro servizio
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STORIA DEL VETRO
Dalle origini ai nostri tempi

Secondo un racconto di Plinio il vetro fu una  scoperta accidentale dovuta ad alcuni mercanti fenici che, intorno al  5000 A.C., sbarcati presso le rive del fiume Belo in Siria, accesero un  fuoco da campo ed usarono per appoggiare le loro pentole dei blocchi di  nitrato prelevato dal carico che trasportavano.
« ... il natron  fondendosi per I’ardore del fuoco e mischiandosi con la sabbia della  spiaggia, si vide un nuovo liquido trasparente formato da questo  miscuglio ... »
Si tratta probabilmente di una leggenda dovuta al  fatto che molte vetrerie dell’antichità ed ancora ai tempi di Plinio  usavano rifornirsi di sabbia dalle rive di questo fiume Belo.
I  romani contribuirono molto allo sviluppo dell’industria vetraria.  Intorno al 100 A.C. misero a punto la produzione per soffiaggio dentro  stampi aumentando enormemente la possibile gamma dei manufatti.
Inventarono ed usarono per primi il vetro per le finestre.
Scrive Cicerone:
« ... ben povero si deve considerare chi non possiede una casa tappezzata con placche di vetro. »
Tale  fu lo sviluppo dell’industria vetraria che nel 200 D.C. l’Imperatore  Severo applicò una tassa sui prodotti vetrari, nel quadro di una vasta  operazione di moralizzazione dei costumi.
Ma la storia del vetro e’ più ricca di esenzioni fiscali che di tasse pagate:
– nel secolo seguente Costantino e Costante sgravarono i vetrai da ogni tassa o balzello.
Nel  500/600 D.C. fu inventato un nuovo procedimento per fare il vetro  piano, per soffiaggio di una sfera e suo successivo allargamento per  rotazione in forno.



Sino al XIX secolo la maggior parte del vetro piano fu realizzato con questo sistema.

II punto centrale era chiamato « occhio di bue » e, montato in piombo veniva applicato alle caratteristiche vetrate.
Ne rimane il ricordo nel vetro stampato « a rulli ».

Alcuni  storici scrivono che i crociati portarono dall’Oriente a Venezia l’arte  vetraria, dove si stabilì nel corso dell’XI secolo.

Poiché la  presenza dei forni era spesso causa di incendi, un decreto del Maggior  Consiglio del 1291 li concentro’ nell’isoletta di Murano.
Questa  concentrazione aveva anche lo scopo di facilitare un’opera di rigida  sorveglianza per evitare che i segreti dell’arte vetraria potessero  essere esportati.
Un operaio che si fosse recato all’estero era passibile di gravi pene, ordine di rientro, arresto dei familiari, e...
«  ... se malgrado la prigionia delli suoi parenti, egli si ostina a voler  dimorare all’estero, si incaricherà qualche bravo di ucciderlo ... ».

Si  sviluppo’ cosi un’industria che fece per secoli di Murano il sinonimo  di arte vetraria ed ancor oggi l’isola e’ uno dei massimi centri di tale  arte.

A Murano fu messa a punto la composizione di un vetro che per la sua estrema limpidezza fu denominato «CRISTALLO».

Nel  1200 altro importante avvenimento nella tecnologia del vetro:  invenzione del procedimento di fabbricazione del vetro piano per  soffiaggio di cilindri. Per azione simultanea del soffiaggio e della  forza centrifuga, ottenuta dondolando la canna, si formava un cilindro  cavo: diametro fino a 45 cm, lunghezza fino a 3 m.
II cilindro tagliato veniva poi messo in un forno di ricottura e lasciato stendere.
In francese étendre da cui il nome etenderie, dato ancora oggi ai forni di ricottura.


1665
Colbert concede alla « Manufacture Royale des Glaces » privilegi per la fabbricazione del vetro colato.
Nasce SAINT GOBAIN.
Dopo  una infelice esperienza iniziale in cui si tento’ di assoldare vetrai  veneziani che si distinsero più per litigiosità ed avidità che per  abilità professionale, la nuova Società inizio’ un cammino che l’ha  portata ad essere oggi la prima produttrice europea di vetro piano.
Le disposizioni protezionistiche in suo favore erano d’altra parte fortissime:
oltre a pesanti dazi sul cristallo d’importazione veneziana, per gli operai c’era:
– privilegio di ottenere la cittadinanza francese dopo 8 anni di soggiorno;
– privilegio di non essere soggetti alla giustizia regolare, ma al Consiglio del Re;
– privilegio di raccolta delle materie prime;
– privilegio d’esenzione da tutte le imposte.
1700
La Saint-Gobain  mette a punto il sistema per la produzione di grandi lastre di vetro  colato su tavoli, steso con un enorme « mattarello » e quindi lustrato  in superficie.
Nasce il cristallo colato che, con successivi perfezionamenti, sarà il prodotto che per 3 secoli caratterizzerà il prodotto.
1900
Produzione meccanica di cilindri di 1 m di diametro e 12 m di altezza, che davano quindi origine a lastre di m. 3x12.
Questo sistema rimase in funzione sino alla 2° Guerra Mondiale, soprattutto presso alcune fabbriche americane.
1913
Fabbricazione vetro tirato - procedimento FOURCAULT



1916
Nasce il procedimento LIBBEY-OWENS per vetro tirato.
Permette di ottenere forti spessori e buona ricottura.



1920
Colata continua di vetro fuso fra rulli laminatori direttamente dal forno.
1925
Fabbricazione vetro tirato, procedimento PITTSBURG. riducono i difetti ottici eliminando il contatto con il refrattario.
1934
Fabbricazione dello specchio di 200 pollici per l’osservatorio di Monte Palomar.
1936
Fibre di vetro. Recipienti per cottura in vetro
1959
Primi esperimenti sul « FLOAT GLASS » (PILKINGTON).


1964
Negli stabilimenti Saint-Gobain di Pisa inizia la costruzione del primo impianto Float Glass dell’Europa Continentale.

1965
Inizio della fabbricazione a Pisa.
II vetro e’ così entrato nella vita, nella storia, nella favola.

Dalle scarpe di Cenerentola alla bara di Biancaneve;
una delle più famose realizzazioni di scarpette in cristallo fu ottenuta nel XVI secolo per Anna di Poitiers.
L’ultima creazione in ordine di tempo:
– La spada di accademico donata al Direttore delle ricerche Saint Gobain, M. Peyches.
Realizzata  da un vetraio muranese aveva sull’elsa una rappresentazione del  reticolo siliceo, ed una lama in vetro temprata chimicamente.

Al  di la’ del metodo di fabbricazione il vetro e’ una soluzione solida  risultante dalla solidificazione progressiva, senza tracce di  cristallizzazione, di miscugli omogenei in fusione formati  principalmente da silice, da soda e da calce. Per fabbricare il vetro,  bisogna fondere insieme tre elementi base.

1° UN VETRIFICANTE, la silice, introdotta sotto forma di sabbia;
2° UN FONDENTE, soda o potassa, sotto forma di solfato o di carbonato (abbassa la temperatura di fusione della silice) ;
3° UNO STA8ILIZZANTE, la calce, sotto forma di carbonato (conferisce al vetro una resistenza maggiore
agli attacchi dell’acqua).

Questi tre componenti si ritrovano infatti nelle composizioni dei vetri sino dai tempi più remoti.


LA COMPOSIZIONE DEL VETRO ATTRAVERSO I SECOLI

Oggi  il vetro più moderno, fabbricato un ragione di migliaia di tonnellate  al giorno e’ il Float Glass con la seguente composizione:

                                                PRODOTTI MINERALI

Miscuglio                    SiO2         CaCO3     CaMg   Na2OAI2O3
vetrificabile
 100%                      57.46%     10.56%     9.88%       2.96%
                                sabbia      calcare    dolomite    feldspato

                                               PRODOTTI CHIMICI

Miscuglio
vetrificabile                               Na2CO3        Na2SO4
 100%                                     16.46%          2.96%
                                           carbonato e solfato di sodio

Da 100 parti di miscuglio vetrificabile si ottengono 83 parti di vetro e si hanno 17 parti di perdita per volatizazione.


COMPOSIZIONE DEL VETRO
72 % silice
0,7 % allumina
10,7% calce
2,6 % magnesia
13,5% soda
0,5 % anidride solforosa

II  vetro cosi ricavato, grazie alla sua estrema versatilità e capacita’ di  essere tagliato, molato, foggiato a caldo, temprato, trova oggi  applicazione sempre più diffusa nell’edilizia, nell’industria, nel  costume.
Esso riceve nella sua struttura praticamente tutti gli  elementi della tavola periodica, direttamente o sotto forma di ossidi,  variando in diversa misura le proprie caratteristiche.

L’introduzione  di particolari composti metallici sciolti o dispersi nella massa allo  stato colloidale, conferisce al vetro capacita’ di assorbimento  selettivo della radiazione luminosa, e quindi colore:

cosi l’ossido di ferro dà un      Blu - Verde
l’ossido di rame (oso)             Rosso - Viola
l’ossido di rame (ico)              Blu - Verde
l’ossido di cobalto                  Blu intenso
oro e stagno colloidali            dal Rosa al Porpora
selenio e cadmio colloidali      dal Rosso al Giallo Arancio
cobalto - selenio - ferro          Bronzo
idem + cromo                       Grigio

Nell’edilizia  il vetro, per le sue peculiari caratteristiche di trasparenza e durezza  superficiale rappresenta la miglior risposta al bisogno di contatto con  l’esterno e, ad un tempo, protezione da esso, tipico dell’uomo moderno.
Inserito  in misura sempre maggiore nelle strutture contribuisce in modo spesso  preponderante a determinarne le caratteristiche meccaniche, acustiche,  termiche.

Per secoli, la tecnologia produttiva ha condizionato le realizzazioni fatte col vetro.
L’architettura, fino al 1800, e’ una rielaborazione di stili del passato.
E’ dall’inizio del 1900 che la storia vede protagonista dell’evoluzione architettonica il vetro.
Nasce il binomio vetro + acciaio e grandi precursori se ne servono per realizzare opere veramente rivoluzionarie.
Citiamo  Mies Van der Rohe, Walter Gropius, Alvar Aalto, Wright, ai quali, via  via si aggiungono discepoli. Cambia radicalmente un concetto; da  materiale di tamponamento il vetro diventa componente primario della  costruzione.
Opere passate e recenti testimoniano la sua validità sia estetica che funzionale.
L’industria vetraria si e’ messa al servizio del progettista con prodotti rispondenti alle necessità dei tempi.
Nascono cosi vetrate di alto contenuto tecnologico che contribuiscono a rendere la casa più confortevole.
Ecco quindi i pannelli termicamente isolanti, i cristalli colorati filtranti e riflettenti, i cristalli temprati per la
sicurezza, i vetri profilati, ecc.
La  conoscenza delle loro caratteristiche, e’ determinante per la  realizzazione delle opere rispondenti alle normative ma, soprattutto al  buon senso: il vetro giusto al posto giusto.

                                                                                         
                                                                                
Tratto dal Manuale Tecnico del Vetro                    
                             (Saint Gobain)



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